Vespri solenni del Corpus Domini. L’Arcivescovo: “Dobbiamo essere la benedizione di Dio”

La solennità del Corpus Domini, secondo la tradizione cristiana, è una delle maggiori dell’anno liturgico e va quindi celebrata con la maggior cura e partecipazione possibili.
Quest’anno, vista la vicinanza tra la ricorrenza liturgica del Corpus Domini con quella di San Giovanni Battista, è stato deciso di svolgere in modo diverso, ma non meno solenne, la celebrazione del Corpus Domini.
Le Parrocchie, le Chiese e le Comunità Religiose hanno svolto l’Adorazione Eucaristica sabato 22 giugno alle ore 17.00. Alla stessa ora in Cattedrale l’Arcivescovo ha presieduto la preghiera dei Vespri, l’Adorazione Eucaristica e la processione interna a San Lorenzo.
Alla funzione hanno partecipato diversi sacerdoti, alcuni bambini della Prima Comunione accompagnati da Don Gianfranco Calabrese, Direttore dell’Ufficio Catechistico, diversi lavoratori, accompagnati da Don Franco Molinari, Cappellano del Mondo del Lavoro, alcuni membri del Priorato delle Confraternite, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, religiose e molti fedeli. Tra le autorità civili erano presenti il Sindaco Marco Bucci e l’Assessore regionale Ilaria Cavo.
“Siamo davanti all’Eucaristia – ha detto il Cardinale nell’omelia- sacramento della reale presenza di Gesù in corpo, anima e divinità. Verso quel trono di luce che è l’ostensorio leviamo lo sguardo, e vediamo che Dio dice bene di noi”. “Quanto abbiamo bisogno – ha sottolineato – che qualcuno dica bene di noi! Quanto ci conforta una parola di stima, di fiducia, che riconosca che non siamo insignificanti, inutili, ma che siamo un bene! Questo ci aiuta a guardare noi non come un peso da odiare, ma un bene da amare, un bene per noi e per gli altri, ma innanzitutto un dono per Dio; sì, ogni uomo è un dono per Dio, perché Dio ci ha voluti così, e nella Presenza Eucaristica dice che l’uomo è il suo bene, la gioia del suo cuore, dice che non può rassegnarsi a perderlo”.
L’adorazione è metterci in ascolto di questa benedizione, è lasciarci avvolgere da questo canto di benedizione, è lasciarci sempre di nuovo raccontare quanto ogni uomo è caro a Dio. Per questo la nostra vita dev’essere un canto di benedizione e di lode.
 
Leggi il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo
 
 
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