San Giovanni Battista – L’Arcivescovo nel Discorso alla Città: «Impegno comune per povertà, lavoro e solitudine»

Martedì 24 giugno Genova ha festeggiato solennemente il patrono San Giovanni Battista. L’Arcivescovo ha celebrato al mattino la S. Messa Pontificale in Cattedrale. Nel pomeriggio, dopo il canto dei Vespri, Padre Tasca ha pronunciato il Discorso alla Città dalla Cattedra di San Lorenzo, di fronte alle istituzioni, tra cui il Presidente di Regione Liguria Marco Bucci e la Sindaca Silvia Salis, e a numerosi fedeli.

Mons. Tasca ha legato il suo intervento in prima parte alla situazione della città per poi illustrare il cammino della Chiesa che è in Genova; un cammino simboleggiato anche dal percorso processionale dalla Cattedrale al Porto per la Benedizione del Mare: “Perché Dio, impastando la sua storia con quella dell’umanità ha voluto raggiungere tutti, ogni donna e ogni uomo”. Per questo, la Chiesa di Genova desidera guardare alla realtà nella quale è immersa per incoraggiare e stimolare tutti i fedeli, alla luce del Vangelo, a rendersi protagonisti anche della vita sociale e politica.
Analizzando la situazione locale, l’Arcivescovo ha messo in evidenza tre principali criticità da affrontare: povertà, lavoro e solitudine.

Quanto alla povertà, ha richiamato l’impegno che deve essere delle istituzioni e di tutti i singoli cittadini, perché tanti sono i poveri tra noi: 30mila secondo la Caritas diocesana. È sempre più necessario sostenere anche le famiglie e quanti sono costretti ad affrontare l’emergenza della casa, sempre più difficile da trovare in affitto.

Quanto al lavoro, l’Arcivescovo ha rilevato come a Genova il tasso di occupazione sia superiore alla media italiana. Tuttavia, esistono categorie di persone, specialmente i giovani, che faticano a trovare un lavoro stabile, e giustamente retribuito. Cresce il lavoro nel terziario, mentre scende ancora l’occupazione nell’industria. Tanti gli occupati nel turismo, molti di loro però sono precari e sottopagati.

Quanto alla solitudine, Mons. Tasca ricorda come sia principalmente legata alle persone anziane, che a Genova sono il 47% della popolazione totale. Purtroppo, la solitudine è un fenomeno che non si limita agli anziani, ma colpisce sempre più anche i giovani, molti dei quali hanno un livello bassissimo di speranza nel futuro.

Nella sua relazione sulla città, l’Arcivescovo ha sottolineato molte ombre, ma non ha dimenticato di evidenziare segnali incoraggianti.Esiste, infatti, a Genova una rete sociale che opera quotidianamente nel silenzio e con instancabile operosità nella logica del Vangelo. Anche fuori del perimetro istituzionale della Chiesa ci sono segnali concreti che sono semi di speranza: volontari, scuole, associazioni, operatori sanitari, singole persone che si impegnano quotidianamente nella loro professione, che donano tempo e competenze per aiutare chi vive ai margini, provando a risollevare vite che hanno perso la speranza.
Quanto alla Chiesa, l’Arcivescovo ha sottolineato che essa cammina con la città e si pone con fiducia in questo cambiamento d’epoca.
Anche se è visibile la diminuzione del clero, è possibile guardare al futuro con speranza. Nel corso di questo anno pastorale oltre mille persone hanno partecipato alla Scuola di Formazione Unitaria.
Stanno nascendo in Diocesi alcune “Fraternità di Parrocchie”, ossia comunità parrocchiali territorialmente vicine e affidate – con progetti definiti e in clima di corresponsabilità con religiosi e laici – ad un unico presbitero.
Da qualche mese, infine, tutta la Curia Arcivescovile è impegnata in un cammino di riforma improntato alla fraternità e alla sinodalità.
“Chiesa, istituzioni, cittadini, uomini e donne di buona volontà che hanno a cuore la nostra bella e amata città insieme – ha concluso Mons. Tasca – siamo chiamati a portare il nostro contributo per il bene comune, mettendo in gioco la parte migliore che ciascuno di noi può dare”.

Al termine del Discorso, la processione si è snodata lungo Via San Lorenzo attraverso Piazza Caricamento fino a giungere al Porto Antico. Qui, le pilotine e i rimorchiatori radunati nello specchio acqueo con il suono delle sirene hanno salutato l’arrivo della processione.

Come da tradizione, l’Arcivescovo ha mostrato ai fedeli l’urna con le ceneri del Battista e da qui ha benedetto il mare, il porto e tutta Genova.

La processione si è conclusa nuovamente in Cattedrale. L’Arca di San Giovanni (la più antica tra le Arche conosciute che abbiano conservato le ceneri del Battista), portata a spalla, è giunta in San Lorenzo dopo la lunga fila di sacerdoti, di religiosi e religiose, di confratelli e fedeli in processione.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO ALLA CITTA’

IL VIDEO 

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