Questa mattina l’Arcivescovo ha presieduto in Cattedrale la S. Messa pontificale per la festa di San Giovanni Battista, patrono di Genova.
All’interno dell’anno liturgico, quella del Battista è la sola umanità del suo ingresso nel mondo e della storia di cui facciamo memoria. Come viene presentata dai Vangeli, la sua figura austera desta ammirazione, soprattutto per il suo coraggio di non piegare il capo di fronte ai potenti: al costo della vita, egli ha difeso la verità e la giustizia.
“Giovanni” significa ‘Dio è misericordia’. “Per la nostra vita di fede questo significa – ha detto l’Arcivescovo – che Dio sta facendo con noi una storia di salvezza”. Ad un mondo che stava invecchiando, la nascita del Battista annuncia una nuova grazia. “E noi siamo chiamati a scorgere le gemme e i virgulti che già ci sono. Cogliere i piccoli segni di speranza nel mondo e nelle nostre comunità.
Giovanni è stato il frutto di una grande fede nella vecchiaia senza futuro di Elisabetta e Zaccaria. Loro hanno saputo perseverare. “Chiediamo al Signore – ha detto – che ci dia il grande dono della perseveranza e ad essere testimoni fedeli e coraggiosi della bellezza della nostra fede”.