Venerdì 16 maggio in Cattedrale si è svolto il sesto e ultimo degli incontri di presentazione e riflessione sulla Lettera Pastorale “Evangelizzazione, Sinodalità e Fraternità di parrocchie”. Mons. Marino Poggi, Canonico Penitenziere, ha dedicato la sua riflessione al quarto capitolo, “Chiamati a camminare insieme”.
È bello pensare – ha sottolineato Don Marino – che il compito cristiano non sia individuale. Gesù lo dice con chiarezza estrema nel Vangelo: Dobbiamo amarci gli uni gli altri. Egli ci ha amato perdendo, cioè morendo in croce. Amarci reciprocamente non significa costruirci nella nostra identità, ma apparentemente perderci, regalarci.
Il capitolo analizzato ci ricorda innanzitutto la corresponsabilità ecclesiale, in cui tutti siano corresponsabili della missione evangelizzatrice della Chiesa, promuovendo una cultura di ascolto, partecipazione e collaborazione tra laici e clero. La fraternità è vista come il fondamento della vita cristiana e della missione della Chiesa. “La strada che Dio sta indicando alla Chiesa – ha detto – è proprio quella di vivere più intensamente e più concretamente la comunione, il camminare insieme e la sinodalità. Senza il camminare insieme siamo semplicemente una istituzione religiosa che ha perduto la capacità di far risplendere la luce”.
La missione evangelizzatrice appartiene a tutti i battezzati, e come comunità cristiana siamo a vivere la nostra vocazione battesimale, che non vuol dire che occorre solo aiutare i sacerdoti nel loro ministero.
“Il vescovo nella Lettera – ha detto ancora Don Poggi – sottolinea che abbiamo un grande compito: quello della preghiera, che significa aprirsi all’iniziativa di Dio. Pregare fondamentalmente significa ascoltare”.
La missione, infine, nasce perché si è chiamati. Oggi il mondo è alla ricerca dei cosiddetti leader: “Abbiamo bisogno di essere sedotti, di essere posseduti, di essere usati. Non abbiamo la gioia di essere responsabili e corresponsabili, ma siamo alla ricerca di una guida che non dipende da noi”. Il rinnovamento del catechismo non è trovare modalità nuove, ma occorre essere innamorati di Gesù Cristo, essere battezzati che parlano ad altri battezzati e che cercano di fare lievitare il dono ricevuto.