Con la S. Messa presieduta dal Cardinale in Cattedrale e da Mons. Nicolò Anselmi al Santuario della Guardia si è ufficialmente chiuso in Diocesi l'Anno Santo della Misericordia.
Dal 13 dicembre 2015 al 13 novembre 2016: 11 i mesi, 336 i giorni, 63.000 le persone che hanno varcato la Porta Santa in Cattedrale, diverse migliaia alla Guardia, circa 3.000 i fedeli presenti alle celebrazioni di apertura del Giubileo e oltre 1.200 quelli presenti alle funzioni di chiusura. Circa 12.000 le persone, accompagnate dai loro sacerdoti, che hanno partecipato ai 27 giubilei dei Vicariati durante l’anno, oltre 400 i giubilei di gruppi, movimenti, associazioni e categorie (malati, mondo del lavoro, religiosi, scuole, confraternite, ragazzi del catechismo, migranti…), molti i sacerdoti e i religiosi che si sono alternati nei confessionali in San Lorenzo (due confessori fissi ogni giorno e almeno sette durante le funzioni dei giubilei), soprattutto i Canonici della Cattedrale e i religiosi salesiani, dehoniani e della SMA.
L’Anno Santo ci ha insegnato il bisogno che abbiamo di “guardare in alto”, nonostante la nostra vita quotidiana sia frenetica, distratta, presa dal vortice della fretta e della competizione, ma anche insoddisfatta, che riconosce che qualcosa di decisivo ci sfugge, e che costituisce il fondo della realtà: “In questo anno – ha detto l’Arcivescovo – è emerso ancora di più il desiderio di lasciarci finalmente andare tra le braccia di questo Mistero che ha il volto di Cristo e che dà sostanza e respiro all’esistenza”.
Infine, durante l’anno Santo abbiamo potuto maggiormente conoscere e toccare con mano la carità e il servizio come frutto della misericordia sperimentata e testimoniata. Le opere di misericordia – spirituale e corporale – sono una realtà corposa nella nostra Diocesi, basti pensare ai centri d’ascolto, alle mense e ai luoghi per i senza dimora, all’accoglienza dei migranti, ai consultori, alla carità spicciola e diffusa di moltissimi; all’opera-segno che ricorderà il Congresso Eucaristico Nazionale e il Giubileo. “La Diocesi – ha ribadito il Cardinale Bagnasco – con le Parrocchie e gli Istituti religiosi, con la Caritas e l’Auxilium, con le Associazioni e i Movimenti ecclesiali, con le Istituzioni e tanti volontari continuerà a camminare nella via dell’amore verso i piccoli e i bisognosi, nei quali risplende in modo speciale il volto di Gesù”.
L’Anno Santo si chiude, ma ci lascia l’impegno di continuare ad attraversare la Porta Santa, che è Cristo, nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità cristiane, attraverso la carità fraterna attraverso la benevolenza vicendevole: “Siamo benevolenti gli uni verso gli altri – ha invitato l’Arcivescovo – Non giudichiamoci se non nella verità di Dio che Lui solo conosce in profondità; confidiamo sempre nella grazia del Signore”.
Si chiude la Porta Santa, “ma – come ha sottolineato l’Arcivescovo – la grande Porta che è Cristo resta aperta: è Lui la salvezza, la via del Cielo, la misericordia di Dio”.
Dal 13 dicembre 2015 al 13 novembre 2016: 11 i mesi, 336 i giorni, 63.000 le persone che hanno varcato la Porta Santa in Cattedrale, diverse migliaia alla Guardia, circa 3.000 i fedeli presenti alle celebrazioni di apertura del Giubileo e oltre 1.200 quelli presenti alle funzioni di chiusura. Circa 12.000 le persone, accompagnate dai loro sacerdoti, che hanno partecipato ai 27 giubilei dei Vicariati durante l’anno, oltre 400 i giubilei di gruppi, movimenti, associazioni e categorie (malati, mondo del lavoro, religiosi, scuole, confraternite, ragazzi del catechismo, migranti…), molti i sacerdoti e i religiosi che si sono alternati nei confessionali in San Lorenzo (due confessori fissi ogni giorno e almeno sette durante le funzioni dei giubilei), soprattutto i Canonici della Cattedrale e i religiosi salesiani, dehoniani e della SMA.
L’Anno Santo ci ha insegnato il bisogno che abbiamo di “guardare in alto”, nonostante la nostra vita quotidiana sia frenetica, distratta, presa dal vortice della fretta e della competizione, ma anche insoddisfatta, che riconosce che qualcosa di decisivo ci sfugge, e che costituisce il fondo della realtà: “In questo anno – ha detto l’Arcivescovo – è emerso ancora di più il desiderio di lasciarci finalmente andare tra le braccia di questo Mistero che ha il volto di Cristo e che dà sostanza e respiro all’esistenza”.
Infine, durante l’anno Santo abbiamo potuto maggiormente conoscere e toccare con mano la carità e il servizio come frutto della misericordia sperimentata e testimoniata. Le opere di misericordia – spirituale e corporale – sono una realtà corposa nella nostra Diocesi, basti pensare ai centri d’ascolto, alle mense e ai luoghi per i senza dimora, all’accoglienza dei migranti, ai consultori, alla carità spicciola e diffusa di moltissimi; all’opera-segno che ricorderà il Congresso Eucaristico Nazionale e il Giubileo. “La Diocesi – ha ribadito il Cardinale Bagnasco – con le Parrocchie e gli Istituti religiosi, con la Caritas e l’Auxilium, con le Associazioni e i Movimenti ecclesiali, con le Istituzioni e tanti volontari continuerà a camminare nella via dell’amore verso i piccoli e i bisognosi, nei quali risplende in modo speciale il volto di Gesù”.
L’Anno Santo si chiude, ma ci lascia l’impegno di continuare ad attraversare la Porta Santa, che è Cristo, nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità cristiane, attraverso la carità fraterna attraverso la benevolenza vicendevole: “Siamo benevolenti gli uni verso gli altri – ha invitato l’Arcivescovo – Non giudichiamoci se non nella verità di Dio che Lui solo conosce in profondità; confidiamo sempre nella grazia del Signore”.
Si chiude la Porta Santa, “ma – come ha sottolineato l’Arcivescovo – la grande Porta che è Cristo resta aperta: è Lui la salvezza, la via del Cielo, la misericordia di Dio”.
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