Omelia tenuta il 28 agosto 2014 nella vigilia della solennità di N. S. della Guardia
28-08-2014
Arcidiocesi di Genova
Santuario della Madonna della Guardia, 28.8.2014
OMELIA
‘Se tutto si equivale, nulla vale’
Cari Fratelli e Sorelle
1. siamo saliti in pellegrinaggio alla Guardia per essere guardati da Colei che ha generato e guardato il Figlio di Dio. Nella vita, tutti abbiamo bisogno di uno sguardo che ci faccia sentire vivi; che ci salvi dall’anonimato e ci renda volto. Non parlo della vanità umana che cerca di farsi notare a qualunque prezzo, anche morale. Viviamo nella fiera delle vanità: si fanno carte false pur di essere visti e sentirsi importanti. A seguito di questa malattia, nuotiamo in un mare di apparenze e di miti, viviamo in una specie di bolla virtuale piena di fantasmi, cioè di nulla. E quanto più i burattinai del mondo se ne accorgono, tanto più la gonfiano – questa bolla – perché continui a incantare. Ma l’uomo non può vivere sempre nel vuoto. Se tutto si equivale – qualunque scelta e azione – allora annaspiamo nel nulla: laddove tutto è possibile, nulla esiste. Sorge inevitabile la domanda: ma c’è qualcosa che mi merita? Che merita che gli consacri me stesso? Oppure tutto è tristemente equivalente e passeggero? Se così fosse, allora il mondo diventa una poltiglia. Se una madre che decide di portare a compimento la gravidanza di un figlio down viene giudicata egoista e da condannare, anziché da ammirare ed accompagnare – scambiando così il bene col male – , allora l’umanità non ha futuro e il mondo diventa invivibile. L’uomo può resistere per un po’ di tempo, può far finta di essere felice, ma poi vien l’ora della verità. Quando siamo soli con noi stessi, costretti a togliere la maschera, quando gli anni, le delusioni, soprattutto gli affetti malconci si sciolgono e impietosamente ci slegano lasciandoci liberi e soli’allora la cultura dell’apparenza e della menzogna svela se stessa e ride. Tutto in quel momento può capitare, così nudi e fragili. Tutto può succedere: un lampo di luce che riporta alla verità e dà un colpo d’ala, ma anche un’oscurità più fitta e angosciante. La mente può perdere il lume e cadere nelle spire del male di vivere; può esplodere nella rabbia più violenta. Può accadere – e accade – che si riempia e semini l’orrore.
Ma non cè via duscita dal pensiero unico, da questo pensiero senza pensieri?
2. Guardiamo alla Santa Vergine, e il suo sguardo dice che esiste una strada per dare spessore alla vita. E’ la strada che la gente umile conosce e percorre: forse – più che averla appresa dai libri – l’ha vista nei propri genitori, in buoni amici, l’ha intuita e ha provato a percorrerla. E’ la via dei semplici, del popolo che ha costruito con sacrifico questo santuario e l’ha consegnato a noi. E la via percorsa da tante madri che, al letto dei figli malati si sono afferrate al rosario forse conoscendo poco del catechismo, ma sapendo che Dio è amore e la Madonna ci guarda. E loro -mamme dei loro figli – si intendevano con la madre di Gesù. E’ la via segnata dalla luce fioca delle candele che si accendono nelle umili dimore per affidarsi a Maria. E’ la via fatta di sguardi imploranti e fiduciosi al Crocifisso, e che dicevano senza arzigogoli intellettuali: ‘Tu sai, fai Tu’. E’ la strada fatta non di asfalto anonimo, ma di pietre scelte una per una, le pietre calde e resistenti dell’amore che si fa dedizione, fedeltà, sacrificio.
Cari Amici, adulti e giovani, vogliamo ripercorrere la via maestra? O vogliamo galleggiare nel vuoto delle apparenze che la cultura generale ci impone? Se stiamo nel vuoto saremo vuoti. L’essere qui stasera esprime il nostro desiderio, ma facciamo in modo che questo desiderio resista alle lusinghe delle cose facili; facili forse, ma deludenti di certo. E ricordiamo: non siamo qui solo per noi, per i nostri cari, i nostri problemi seri. No! Siamo qui anche per quanti – nostri fratelli e sorelle – hanno bisogno della nostra preghiera. Tra questi, sono in prima fila i cristiani perseguitati con ferocia in Iraq e Nigeria. In un mondo che parla di diritti umani e di tolleranza universale, in molte parti della terra si vuole cancellare la presenza cristiana! A loro, e alle altre minoranze perseguitate, vogliamo assicurare la vicinanza, e una testimonianza più coraggiosa della nostra fede.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova