Il suffragio cristiano

Omelia pronunciata in Cattedrale nella S. Messa di suffragio per i fedeli defunti
02-11-2016
 Arcidiocesi di Genova
Cattedrale di San Lorenzo, mercoledì 2 Novembre 2016
Santa Messa di suffragio per i Fedeli Defunti
OMELIA
” Il suffragio cristiano”
 
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore!
 
1. La Commemorazione dei Defunti è come una grande porta fra il tempo e l’eterno. Nella luce della fede, infatti, la morte, pur nella sua naturale ripugnanza, diventa la porta della Vita piena. E’ come un velo che cade davanti agli occhi del corpo, e disvela il Volto santo di Dio. Lontani dalla fede, la morte semina solo paura e angoscia. Anche per questo dobbiamo riflettere su tale realtà che fa parte della nostra vita, senza cedere alla tentazione di rimuoverla, di rifiutarla con inutili evasioni, con un vuoto frastuono, con una forzata allegria, con parole banali. In realtà, all’appuntamento della morte noi dobbiamo prepararci con serietà e impegno, con comportamenti coerenti con i Comandamenti di Dio: quei comandamenti che Gesù è venuto non ad abolire, ma a completare con l’amore. Sono questi, infatti, la via della vita e della libertà. Ma ricordiamo noi i Comandamenti di Dio? Facciamo su di loro il nostro esame di coscienza ogni sera prima di riposare? Crediamo fino in fondo che abbiamo un’anima immortale? E crediamo davvero alla vita eterna?                                                   A partire da queste essenziali verità di fede, fin dall’inizio dell’era cristiana i luoghi della sepoltura furono chiamati “cimiteri”, cioè “dormitori”: per i cristiani il cimitero è infatti il luogo dove i morti attendono di risvegliarsi alla fine del mondo, per risorgere come Gesù nella gloria. Stiamo celebrando la Divina Eucaristia per i defunti: i nostri cari, gli Arcivescovi sepolti in questa Cattedrale, i morti che riposano nei cimiteri di Genova e in quelli del mondo; per coloro che, per diverse ragioni, non hanno mai avuto una tomba. In particolare, preghiamo per le vittime della violenza e del recente terremoto. Allo sguardo di Cristo glorioso tutti sono presenti e da Lui abbracciati.
 
2. Ma la nostra preghiera ci ricorda un’altra verità di fede, verità che non possiamo dimenticare: il Purgatorio. Infatti, la nostra preghiera di suffragio sarebbe inutile se non vi fosse uno stato di purificazione delle anime in vista del Paradiso. Se è vero che dobbiamo prepararci ad incontrare Dio nell’eternità, è anche vero che è molto difficile essere completamente pronti: le nostre fragilità personali, gli errori ricorrenti, i peccati veniali … sono come una polvere che si deposita sulla nostra anima, e che la rende meno bella e luminosa per entrare subito nell’abbraccio eterno di Dio. Ecco la necessità di una purificazione oltre la soglia della morte, una preparazione ultima per essere rivestiti della veste nuziale e così partecipare per sempre al banchetto della vita. La dottrina sul Purgatorio è basata sulla Sacra Scrittura, sulla Tradizione e sul Magistero: infatti, “fin dai primi tempi – scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica – la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il Sacrificio Eucaristico (… ) La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1032). E San Giovanni Crisostomo afferma: “Rechiamo loro soccorso ( ai defunti) e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere” (San Giovanni Crisostomo, Homiliae in primam ad Corinthios, 41,5).
       Le anime hanno dunque bisogno di noi, ma anche noi abbiamo bisogno di loro! E’ uno scambio di preghiera e di amore che è gradito al cuore di Dio e ci aiuta a vivere la vita terrena. San Bernardo, dialogando con l’anima di un caro defunto, scrive con commovente passione: “Dio è carità, e quanto più uno è unito a Dio, tanto maggiormente è pieno di carità (… ) Dunque bisogna che anche tu, unito al re delle misericordie, sia misericordioso (… ) Perciò il tuo affetto per me non è diminuito, ma cambiato. Per esserti immerso in Dio, non hai deposto ogni pensiero di noi, perché Dio stesso ha cura di noi (… ) Per questo non mi dimenticherai mai” (San Bernardo, Sermoni sul Ct 26,5).
       Sì, cari Amici, continuiamo a preghiamo per loro, essi continuano a pregare per noi!
 
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova
condividi su