“Gesù e i falsi profeti”

Omelia pronunciata a Iseo (Bs) nella S. Messa per la Festa di San Vigilio
25-09-2022

Iseo (BS) 25.09.2022

Festa di San Vigilio

Patrono della Riviera Bresciana del lago di Iseo

OMELIA 

“Gesù e i falsi profeti”

Cari Fratelli e Sorelle nel Signore

Ringrazio il Parroco, Don Giuliano Baronio, per il cordiale invito alla Festa di San Vigilio, Patrono della vostra Comunità e della Riva Bresciana del Lago di Iseo. La festa patronale è sempre un momento di famiglia, poiché  si ricorda chi ci ha donato la fede e si prega perché la renda più forte e coraggiosa. Egli ha portato la luce in questa terra e diventò Vescovo di questa antica e veneranda Diocesi nel V secolo. Ricordare questa  lunga, millenaria  storia, ci rende riconoscenti, ci fa pensare al tesoro ricevuto, ci incoraggia a custodire integro questo  patrimonio, e ci invita a  condividerlo con gli altri. La Liturgia ci illumina e ci guida affinché questa ricorrenza diventi ricca di frutti spirituali.

  1. “Verrà giorno in cui …”

San Paolo scrive nel suo presente ma vede il futuro di tutti, anche nostro. Il “giorno” annunciato dall’Apostolo a Timoteo è venuto anche per noi. E’ il giorno, o meglio il tempo, della confusione  delle idee e del vivere, la confusione della società e del mondo.  Tale confusione ha diverse cause, ma Paolo ne mette in evidenza una che sta all’origine di tante altre: “Non si sopporterà più la sana dottrina (…) e gli uomini si circonderanno di maestri secondo  le proprie voglie”.

L’Apostolo mette il dito nella piaga: poteva spiegare il fenomeno – “volgersi alle favole” –  usando un tono più sfumato e cercando  ragioni più nobili affinché  nessuno si sentisse offeso o giudicato, poteva parlare  del desiderio di ricerca, di approfondimento, di  interpretazione  adatta ai tempi, di aggiornamento del linguaggio …, invece sceglie la via diretta, e parla di “capricci” e di “voglie” di sentire cose diverse da ciò che il messaggio evangelico annuncia  e propone: la via di Cristo, la via della croce e della resurrezione, la serietà dell’ amore di Dio che in Gesù si è fatto visibile.

Non è forse descritto anche il nostro tempo? Almeno in alcune linee di tendenza?  La verità è  sostituita dall’opinione. Viviamo in un mondo di opinionisti, ma sono anche veritieri? Si cerca sinceramente la verità o si vuole solo affermare le proprie idee, personali o di parte? Quale idea viene oggi veicolata circa la libertà, l’amore, la vita, la famiglia? Si usa la ragione che argomenta, oppure ci si affida alle emozioni, alle convenienze per interessi propri di prestigio e potere? In questo modo, si struttura. o si vuole destrutturare  la persona e la cultura? E quale società si costruisce  senza punti fermi di verità e valori morali? Se ogni scelta è equivalente, allora nulla ha valore, nulla per cui morire e quindi nulla per cui vivere. E’ la noia mortale.

Ricordiamo, una ragione debole e confusa non crea una fede forte, ma il contrario, poiché esse si richiamano a vicenda. A volte, per indebolire il deposito della fede, si ricorre al pensiero unico, che vuole che i cristiani  tacciano  affinché la gente pensi che non hanno  nulla da dire.  Ma così non è!

  1. “Andate (…) insegnando tutto ciò che vi ho comandato”

La missione di annunciare il Vangelo fino ai confini della terra, è chiara e perentoria. Non ammette elucubrazioni di nessuno. Gesù ordina di andare ovunque, di annunciarlo, di insegnare ciò che Egli ha comandato, affinché tutti i popoli osservino le sue parole.

I discepoli, dunque,  devono “andare “, cioè la loro vita deve essere un continuo andare dove è  l’uomo: ogni  ambiente, popolo, cultura e nazione,  perché tutti hanno il diritto di ricevere l’annuncio della salvezza  in Cristo Redentore. Questo – per noi Pastori – non significa  abbandonare la comunità, essere introvabili: sappiamo infatti che non di rado chi ha bisogno della parola  di Dio è vicino a noi!  Non si può andare ai lontani perdendo di vista i vicini.

Inoltre, i discepoli devono “ammaestrare”:  il centro dell’ azione apostolica è la persona di Gesù, il Figlio di Dio incarnato e morto per i nostro peccati. E’ ciò che ha fatto San Vigilio per voi. Si tratta del primo annuncio di Colui che è la risposta alle domande più profonde dell’anima, e per questo attira a sé.

Il terzo verbo è “battezzare”:  a volte si intende l’evangelizzazione solo come annuncio verbale, quasi di una idea. Ma il battesimo è la porta della fede, la soglia per entrare nel cuore di Dio e sperimentare la bellezza del suo amore, e i sacramenti sono i luoghi della grazia, cioè della vita divina, dell’ abbraccio vivificante di Dio.

Infine, devono  “Insegnare”. Questa  parola è oggi guardata con sospetto, quasi fosse  astratta, lontana  e fredda. Quasi  volesse  creare delle classi: chi insegna e chi impara. E questo urta la sensibilità moderna, come se  tutti dovessero  insegnare  e nessuno imparare. Ma questo è uno schema ideologico, classista e sciocco della realtà. Gesù parla della  vita concreta, e precisa che i discepoli  devono insegnare ciò che Lui ha a loro “comandato”,  non le loro idee, cultura  e gusti : devono Insegnare senza cambiare, senza interpretare secondo lo spirito dei tempi, poiché è la sua parola – non la nostra – che salva ed è efficace.

Non si può cambiare il deposito della fede che deriva da Cristo e dagli Apostoli; a volte, invece, per cambiare le verità  dottrinali, si sceglie la disobbedienza dottrinale. Questo modo è forse secondo il pensiero e il mandato del divino Maestro? E’ secondo il suo esempio?

Agli occhi del mondo, la Chiesa, Madre e Maestra, sembra indietro di molti anni, ma – se guardiamo bene –  essa è avanti nel tempo. Forse non  sarà moderna secondo i canoni mondani, ma è certamente attuale, perché  corrisponde al bisogno di infinito e di vita, di amore di libertà che dimora nell’essere umano: egli porta l’impronta del Creatore! Si sta facendo di tutto per cambiare l’uomo, per dominarlo meglio, ma il suo cuore non potrà mai mutare.

L ’assicurazione finale. che Gesù  ha fatto  per i suoi discepoli, e  anche per noi. L’ascoltiamo con gratitudine e amore. “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Grazie, Signore Gesù, non ci lasciare mai: noi vogliamo rimanere con Te!

Card. Angelo Bagnasco

Arcivescovo emerito di Genova