Venerdì 11 aprile in Cattedrale si è svolto il quinto degli incontri di presentazione e riflessione sulla Lettera Pastorale “Evangelizzazione, Sinodalità e Fraternità di parrocchie”. Mons. Marino Poggi, Canonico Penitenziere, ha dedicato la sua riflessione al terzo capitolo, “Fraternità di parrocchie”.
Il tema presentato – come ha sottolineato Don Marino – non rappresenta una parte ‘pratica’, ma è “il renderci conto se siamo capaci o meno di trasformare la nostra appartenenza cristiana”, se siamo disposti a vivere il nostro Battesimo ed essere disposti a rivisitarlo attraverso il cambiamento delle strutture, ma non per “porre rimedio a determinate problematiche, ma per vivere appieno l’insegnamento del Concilio e lo spirito del Giubileo”.
‘Fraternità di parrocchie’ non è quindi un sogno, ma è un preciso dovere.
“La parrocchia – ha detto Mons. Poggi – non è una semplice distribuzione di servizi, non è un’organizzazione”. Il progetto delineato nella Lettera Pastorale si basa sulla convinzione che prima dell’organizzazione ci sia l’evangelizzazione e la comprensione della Chiesa come comunione.
Non si tratta di riorganizzare le parrocchie: prima dell’organizzazione deve esserci l’evangelizzazione e la comprensione della Chiesa come comunione, sorgente di corresponsabilità.
La Chiesa è fatta dal Battesimo, dalla morte con Cristo in croce.
La Chiesa si fortifica ‘mangiando del corpo offerto in sacrificio, del sangue versato’. Questo è il compito principale della parrocchia, perché “il sogno grande del Concilio – ha rimarcato ancora Don Marino – è una chiesa con il suo centro l’altare, che è orientamento di tutto”.
Come ben sottolinea l’Arcivescovo nella Lettera, alcuni incarichi, che non scaturiscono dal ministero ordinato, possono essere opportunamente affidati a persone consacrate e a laici in virtù del Battesimo e della Confermazione; essi sono continuamente accresciuti dall’Eucaristia, e “il servizio è sempre dentro un amore, è dentro una comunione”.
La realtà attuale delle nostre comunità comunque non impone nessuna scelta. “La scelta – ha detto in conclusione Mons. Poggi – scende lentamente nel cuore di una persona, ma guidata dallo Spirito. Altrimenti non sarebbe una scelta cristiana, perché non è un mandato. Nel cristianesimo è possibile solo l’obbedienza”.