Da Genova prendono il via due esperienze di solidarietà, e con gioia vi presentiamo le loro testimonianze, che si trasformano in una vera missione a favore di un popolo ferito. In un Madagascar travolto da una grave crisi politica e sociale — dove la repressione violenta delle manifestazioni ha acuito la povertà e l’isolamento — due realtà genovesi offrono cure, speranza, formazione e dignità.
L’associazione Più Cuore è attualmente impegnata presso l’Ospedale Vezo di Andavadoaka, nel sud-ovest del Madagascar, una delle aree più povere e remote del Paese. Un’équipe composta da chirurghi, anestesisti, ostetriche e infermieri provenienti dagli ospedali genovesi porta assistenza sanitaria qualificata dove mancano strutture e risorse, unendo competenza professionale e compassione umana.
La NEXT Onlus fondata nel 1998 dal ricercatore Luigi Bellini, è oggi guidata dal medico genovese prof. Umberto Valente, che da anni sostiene progetti sanitari e formativi a Diego Suarez (Antsiranana), nel nord del Madagascar con l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure, formare il personale locale e portare avanti una medicina che unisce scienza e solidarietà.
Don Francesco di Comite
La stanchezza per il lungo viaggio non è un parametro che la Missione prende in considerazione. Le sue regole ne seguono altre, contemplano altre prospettive. Sono quelle di chi vive nella precarietà del presente e che ne accetta la dura realtà, continuando, nonostante tutto, a lottare per poter vedere il domani. Sono le prospettive di questa gente, del popolo Vezo e noi siamo qui per loro. Jasmine ha 3 anni ed è arrivata con un ustione di secondo grado a tutto il dorso e parte del collo.
Ha circa il venti per cento del corpo con la pelle sfaldata e con il tessuto sottostante esposto, che sta ancora bruciando. Le sue urla non nascono solo dal dolore delle lesioni, ma piuttosto dalla disperazione di non poter trovare conforto tra le braccia della madre incapace di toccarla senza aumentarle il dolore. Lavoriamo in un ospedale per adulti e i bambini di questa età richiedono una preparazione e una familiarità con la loro gestione che non abbiamo. Ma Antonella ha avuto una solida formazione al Gaslini, la regia spetta a lei.
Bisogna togliere a Jasmine il prima possibile tutto il tessuto ustionato e ricoprire la parte sottostante per contrastare la perdita dei liquidi e la sovrainfezione.
Ci servono strumenti pediatrici per monitorarla, per intubarla e operarla. Ci servono farmaci per controllare il dolore, addormentarla, contrastare l’infezione. Ce li abbiamo, grazie a voi.
Così siamo in grado di far varcare a Jasmine la porta della sala operatoria offrendole un’opportunità di cura che prima del nostro arrivo era solo sognato. Questo Jasmine non lo sa, ma la madre e il padre sì, e nei loro volti la disperazione del momento trova un appiglio enorme a cui aggrapparsi.
Anche questo deve essere messo nel conto, anche questo è merito del vostro supporto. Antonella ci coordina dandoci i tempi con cui agire, ciascuno con i propri ruoli. Jasmin viene intubata, addormentata, operata e medicata con le cure che ricevono i nostri bambini, come avremmo desiderato che fossero stati curati i nostri figli. Jasmine ora sta meglio, l’abbraccio delicato della madre è ora una coperta calda e morbida da cui lasciarsi avvolgere e proteggere dalla paura.
Ci affacciamo spesso alla porta della sua camera, spesso anche solo per un semplice saluto.
Lo facciamo anche per noi, perché abbiamo tanto bisogno di sentirci utili, di ricordarci che davvero possiamo aiutarla questa gente. Abbiamo davvero bisogno di credere che Josefine possa riuscire a percorrere il lungo percorso che le aspetta per riuscire a sopravvivere. Pochi dei pazienti che vediamo hanno questo privilegio.
Io vi racconto, e proverò a raccontarvi, le storie di altri pazienti a cui grazie a voi abbiamo dato la possibilità di sopravvivere.
Ma vediamo molti pazienti con malattie così cariche di dolore e sofferenza di cui non vi parlo. Non tanto per la mia incapacità di descriverli, quanto per la mancanza del coraggio di ritornare al ricordo.
Di tornare all’attimo in cui si tolgono i loro vestiti e la loro vista e i loro racconti ti mozzano il fiato e ti spalancano gli occhi.
Sono tanti questi pazienti e ciascuno di noi li custodisce in un cassetto della mente a cui attingere quando ci si trova nel proprio quotidiano in difficoltà.
Allora riaprire quel cassetto ci può aiutare a trovare più facilmente l’equilibrio per dire: “dai, non è così grave”. Ma Josefine ora dorme e anche i suoi genitori.
Il padre ha degli occhi così buoni che quado ci guarda ci riempie di una gratitudine che vorrei tanto che la vedeste, perché è anche per voi.
Ora vi lascio. Qui, il sonno è come l’acqua: inestimabile.
Vi aggiorno appena posso, appena la Missione si distrae e ci lascia il tempo di pensare a voi.
Dott . Pietro Grondona
Nonostante il difficile contesto internazionale segnato dai drammatici eventi in Ucraina e in Palestina e, più recentemente, dalla sollevazione popolare in Madagascar che ha portato alla caduta del governo locale accusato di corruzione, alcune importanti iniziative umanitarie genovesi hanno raggiunto risultati significativi. Due progetti di grande valore sociale, promossi da istituzioni civili, religiose e accademiche di Genova, in collaborazione con la città malgascia di Diego Suarez (Antsiranana), rappresentano oggi un segno concreto di solidarietà, cooperazione e impegno condiviso per il bene comune.
Il primo, denominato “Progetto sulla Disabilità Infantile”, affronta una problematica purtroppo molto diffusa in Madagascar, in particolare nella regione di Diego Suarez. Selezionato di recente per un importante finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana, il progetto potrà essere pienamente realizzato nei prossimi tre anni grazie alla collaborazione tra la Diocesi di Antsiranana e la Diocesi di Genova attraverso l’Ufficio per la Pastorale Missionaria e con il coordinamento delle Suore CIM della Congregazione del Cuore Immacolato di Gesù, capofila dell’iniziativa. Vi partecipano anche l’Università di Genova, l’Università di Antsiranana, l’Istituto Pediatrico “Giannina Gaslini”, l’Accademia delle Belle Arti di Antananarivo, la Cooperativa “Allegro Moderato” di Milano, la Società Sportiva Nuova Oregina, l’Associazione “Stelle nello Sport” e la Fondazione genovese “Una Mano per gli Altri”.
Il progetto si sviluppa in più ambiti complementari, tutti orientati a promuovere inclusione, autonomia e crescita. In campo musicale prevede la realizzazione di laboratori di musica da camera secondo il metodo didattico Allegro Moderato, dedicati a bambini, ragazzi e adulti con disabilità. In ambito agricolo sono previste attività di allevamento di polli e zebù, coltivazioni di frutta e ortaggi e un laboratorio caseario già operativo, mentre il settore artigianale comprende una sartoria e la produzione di manufatti. In ambito sportivo è prevista la costruzione di un centro multifunzionale inclusivo su un terreno donato dalle Suore CIM, che sarà dedicato alla memoria di Beppe Gemelli, giovane genovese tragicamente scomparso. Le stesse religiose mettono inoltre a disposizione un edificio capace di ospitare le diverse attività del progetto, che unisce formazione, creatività e solidarietà.
Il secondo intervento, di respiro internazionale, è il progetto SESAM, acronimo di Sistema E-Learning Sanità Madagascar, promosso e finanziato dai Club Rotary del Distretto 2032 della Liguria e del Basso Piemonte con il sostegno di altri Club italiani, tra cui quelli di Milano e Roma, e del Rotary Club di Nosy Be. Coordinato dal professor Gianni Vernazza, già preside del Politecnico di Genova, con la collaborazione dei professori Giancarlo Torre e Marco Raggio, il progetto ha ottenuto anche il contributo economico del Rotary International americano per la sua elevata valenza didattica, formativa e scientifica. Alla sua realizzazione hanno partecipato l’Università di Genova e l’Università di Diego Suarez, il Centro di Simulazione e Tecnologie Avanzate (SIMAV) dell’Ateneo genovese, la Polyclinique Universitaire Next di Diego Suarez e varie strutture del Policlinico San Martino di Genova.
L’obiettivo principale del progetto è dotare l’Università di Diego Suarez di una piattaforma informatica avanzata in grado di offrire a studenti, docenti e personale sanitario l’accesso a sussidi didattici digitali, biblioteche e banche dati, nonché la possibilità di produrre localmente materiali formativi e di partecipare a lezioni, esercitazioni e simulazioni a distanza, favorendo così lo scambio scientifico e culturale internazionale.
Nei giorni scorsi quattro professionisti malgasci, due ingegneri informatici e due medici specialisti della Polyclinique Universitaire Next, sono stati ospiti a Genova per tre settimane di formazione intensiva su software e attrezzature hardware del progetto. Durante il soggiorno hanno visitato diverse strutture del Policlinico San Martino, l’azienda biomedicale Esaote e il Policlinico Universitario di Pavia, acquisendo competenze tecniche e scientifiche di grande valore. Gli ospiti sono ripartiti l’8 ottobre, con il desiderio di prolungare la loro permanenza in città. Quando il materiale hardware, già imbarcato e in viaggio verso Diego Suarez, arriverà a destinazione, due referenti italiani del progetto, un ingegnere informatico e un medico, si recheranno in Madagascar per completare l’installazione e validare la funzionalità finale del sistema.
Un segno di presenza, dedizione e speranza che testimonia il valore profondo della cooperazione genovese e della solidarietà internazionale, capace di superare le distanze e le difficoltà per costruire, con gesti concreti, una rete di fraternità e sviluppo umano condiviso.
Prof. Umberto Valente