Dopo quattro anni trascorsi nella missione interdiocesana, Don Paolo Benvenuto rientra a Genova. Pubblichiamo di seguito il suo messaggio:
Dopo la Messa con il Vescovo, lunedì, 15 settembre, abbiamo celebrato la festa della Madonna dei Dolori, patrona della nostra parrocchia. È stata l’ultima Messa celebrata in parrocchia, con molto affetto da parte dei parrocchiani.
Terminata la Messa, sono partito per l’aeroporto, e la sera dopo sono arrivato in Italia.
È terminato così il mio servizio in terra cubana, e a fine ottobre lo porterà avanti don Andrea. Avrete modo di seguire con lui gli sviluppi di questa opera missionaria della nostra Chiesa genovese. Io personalmente ne sono orgoglioso, perché ci permette di realizzare quanto Gesù ci ha lasciato in eredità: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo”.
Grazie, Signore, per tutto quello che la nostra Chiesa genovese ha potuto realizzare nella diocesi di Santa Clara.
Grazie per l’affetto e la preghiera di tanti fratelli e sorelle.
Quattro anni, passati velocemente, tante gioie e qualche prova. Sono partito contento di aver lasciato una comunità con un’età media leggermente più bassa di quella che ho ricevuto, e con parecchi nuovi fratelli e sorelle che hanno fatto il corso Alpha e il ritiro di Emmaus e che sono cresciuti parecchio nella vita cristiana. Anzi, per molti di loro c’è stato un vero e proprio ingresso nella Chiesa, nella vita eucaristica, nella preparazione ai sacramenti. Moltissimi di quelli che hanno fatto il corso Alpha hanno contribuito poi a invitarvi altre persone, loro amici, che non hanno potuto resistere all’entusiasmo della proposta.
Il paese in cui ero entrato a metà del 2021 viveva i giorni duri e tristi del covid: tutto chiuso, comprese le chiese e le scuole, la gente tappata in casa. Poi sono venuti i vaccini cubani, e si è potuta arginare la pandemia. Ma non è passato tanto tempo che si è inasprita la situazione elettrica: molte centrali termoelettriche hanno iniziato a mostrare tutta la loro inadeguatezza, frutto di anni di manutenzione non realizzata.
La guerra in Ucraina ha distratto il petrolio russo da Cuba, e la situazione della corrente non ha potuto che peggiorare. Ho lasciato un paese in cui si ricevono due/tre ore di corrente di notte e altrettante di giorno.
Ho lasciato una Chiesa impoverita dall’emigrazione: sono varie le persone impegnate che se ne sono andate, e non è facile trovare chi porti avanti il servizio che loro facevano.
Hanno lasciato la Diocesi anche varie comunità religiose, tra cui le suore di Santa Caterina che collaboravano con noi. Il rimpiazzo c’è stato solo per la comunità che presta servizio nel vescovato.
Se mi chiedete: ma vale la pena rimanere a Cuba? la risposta è: non c’è dubbio! in confronto alle diocesi cubane, la nostra è ricchissima, e non solo di risorse economiche: è molto più ricca di preti, di religiosi, di laici impegnati; per ognuna di queste categorie il rapporto con la popolazione è, in Italia, dieci volte tanto quello che è a Cuba. Come genovesi vogliamo quindi continuare a donare la presenza e l’attenzione, certi che, per le medicine, per l’impegno economico, per tante altre cose materiali, ma soprattutto per la condivisione della gioia del Vangelo, avremo chi ci accoglierà nelle dimore eterne!
Grazie, Signore, per questa esperienza da cui torno arricchito e gioioso!
Don Paolo Benvenuto