THE CHOSEN. uno strumento di evangelizzazione

The Chosen

La Serie che ha Rivoluzionato la Narrazione Biblica

The Chosen rappresenta un fenomeno senza precedenti nel panorama dell’intrattenimento religioso contemporaneo. Non è semplicemente un’altra rappresentazione della vita di Gesù, ma un progetto ambizioso che ha ridefinito il modo di raccontare le storie bibliche attraverso una serialità moderna e profondamente umana.

Origine e Visione del Regista: Una Chiamata nel Fallimento

La serie nasce dalla visione di Dallas Jenkins, regista evangelico che ha concepito il progetto in un momento di profonda crisi professionale e spirituale. La storia della genesi di The Chosen è essa stessa intrisa di simbolismo biblico e merita di essere raccontata nei dettagli.

Nel 2016, Jenkins si trovava al punto più basso della sua carriera. Il suo film “The Resurrection of Gavin Stone” aveva fallito al botteghino, lasciandolo senza prospettive lavorative e profondamente scoraggiato. Era in questo stato d’animo che si recò a una conferenza nella propria chiesa, dove il pastore predicò proprio sul miracolo della moltiplicazione dei cinque pani e due pesci.

Durante quella predicazione, Jenkins racconta di aver avuto un’illuminazione. Il pastore sottolineò come Gesù non avesse semplicemente moltiplicato il cibo dal nulla, ma avesse chiesto al ragazzo di offrire quel poco che aveva, per quanto insignificante potesse sembrare. “Dio non ha bisogno della tua abbondanza,” disse il pastore, “ha bisogno della tua disponibilità a dare quel poco che hai.”

Jenkins fu colpito al cuore. Quella sera stessa, in lacrime, pregò: “Signore, non ho quasi nulla da offrire. La mia carriera è finita. Ma prendi questi cinque pani e due pesci – prendi quello che mi resta – e fai quello che vuoi.”

Poche settimane dopo, un amico gli propose di dirigere un cortometraggio sulla vita di Gesù per un teatro nella chiesa. Jenkins accettò, pensando fosse l’ennesimo piccolo progetto. Quel cortometraggio, intitolato “The Shepherd” e incentrato sui pastori della natività, fu proiettato nel 2017 e ricevette una risposta così travolgente che Jenkins capì di aver toccato qualcosa di profondo.

Fu allora che concepì l’idea rivoluzionaria: non un film, ma una serie multi-stagionale che raccontasse Gesù attraverso gli occhi di chi lo aveva incontrato, dando tempo e spazio per sviluppare ogni personaggio. Era un’idea folle – nessuno aveva mai tentato qualcosa di simile. Ma Jenkins sentiva che questo era ciò che Dio gli stava chiedendo di fare con i suoi “cinque pani e due pesci”.

Senza soldi, senza studio, senza distributore, lanciò una campagna di crowdfunding chiedendo ai credenti di tutto il mondo di “investire” nel progetto. La risposta fu miracolosa: in poche settimane arrivarono milioni di dollari da centinaia di migliaia di persone che credevano nella visione.

Jenkins ripete spesso: “Questa non è la mia serie. Io sono solo il ragazzo con i pani e i pesci. Dio ha fatto la moltiplicazione.”

Un Record Storico: Il Crowdfunding

The Chosen detiene il record mondiale come la serie più finanziata attraverso crowdfunding nella storia. Lanciata inizialmente nel 2017, la prima stagione è stata finanziata con oltre 10 milioni di dollari raccolti da fan di tutto il mondo attraverso piattaforme come VidAngel. Questo modello di finanziamento “dal basso” ha permesso alla serie di rimanere completamente indipendente dagli studios hollywoodiani, mantenendo totale libertà creativa.

Attualmente, con otto stagioni previste, The Chosen ha superato i 100 milioni di dollari raccolti complessivamente, dimostrando un coinvolgimento del pubblico senza precedenti.

La Particolarità: Umanizzare il Divino

Ciò che distingue The Chosen da ogni altra produzione biblica è il suo approccio narrativo. Invece di concentrarsi esclusivamente su Gesù come figura distante e irraggiungibile, la serie esplora la vita quotidiana degli apostoli, dei discepoli e delle persone comuni che lo hanno incontrato.

Il Successo Globale

The Chosen è stata tradotta in oltre 50 lingue ed è disponibile gratuitamente attraverso la propria app, scaricata da oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo. La serie è stata proiettata in migliaia di cinema in tutto il pianeta, con eventi speciali che hanno battuto record di incassi per contenuti religiosi.

Nel 2023, la terza stagione ha registrato visualizzazioni per centinaia di milioni di ore, consolidando The Chosen come il progetto multi-stagionale sulla vita di Gesù più visto della storia.

Jonathan Roumie: L’Uomo Dietro il Volto di Gesù

La scelta di Jonathan Roumie per interpretare Gesù è stata tanto improbabile quanto provvidenziale, e la sua storia personale aggiunge un’ulteriore dimensione di profondità al progetto.

Le origini e la fede

Jonathan Roumie è nato a New York nel 1974 da padre egiziano e madre irlandese, cresciuto in una famiglia cattolica devota. Prima di The Chosen, era un attore relativamente sconosciuto, con piccoli ruoli in serie TV e una carriera che stentava a decollare. Lavorava come doppiatore per sbarcare il lunario e si esibiva in spettacoli di improvvisazione comica.

La sua fede cattolica, però, è sempre stata centrale nella sua vita. Roumie ha raccontato di aver sempre pregato per avere un ruolo che potesse “servire Dio” attraverso la sua arte. “Per anni ho pregato: ‘Signore, usa il mio talento per la tua gloria, non per la mia,'” ha confessato in diverse interviste.

L’audizione miracolosa

L’audizione per The Chosen avvenne in circostanze che Roumie stesso definisce “provvidenziali”. Nel 2018 era praticamente al verde, senza lavoro fisso, quando il suo agente gli parlò di un’audizione per una serie indipendente su Gesù. Inizialmente fu scettico – aveva già fatto audizioni per ruoli religiosi senza successo.

La notte prima dell’audizione, Roumie racconta di aver pregato intensamente davanti al Santissimo Sacramento in una chiesa di adorazione perpetua. “Ho detto a Gesù: ‘Se vuoi che io ti rappresenti, devi essere tu a farlo attraverso di me. Io non sono degno, ma mi offro completamente.'”

Durante l’audizione, Dallas Jenkins rimase immediatamente colpito. “Quando Jonathan ha iniziato a recitare,” ha raccontato il regista, “nella stanza è calato un silenzio surreale. Non stavamo guardando un attore che provava una parte – era come se Gesù stesso fosse entrato nella stanza. Io e i produttori ci siamo guardati e sapevamo tutti che era lui.”

La preparazione spirituale

Ciò che distingue Roumie da altri attori che hanno interpretato Gesù è il suo approccio profondamente spirituale al ruolo. Prima di ogni scena, Roumie si ritira in preghiera, spesso recitando il Rosario o meditando sui Vangeli. Ha instaurato la pratica di chiedere la benedizione di sacerdoti e vescovi prima di ogni stagione.

“Non posso interpretare Gesù con le mie sole forze,” ha spiegato in un’intervista a Catholic News Agency. “Ogni mattina, prima di andare sul set, prego: ‘Signore, oggi devo essere te. Ti prego, prendi possesso di me. Che io scompaia e che tu appaia.'”

Roumie segue anche digiuni regolari durante le riprese e ha confessato di sentire un peso spirituale enorme ogni volta che indossa i costumi e si prepara a interpretare Cristo. “È terrificante e bellissimo allo stesso tempo,” ha detto. “So che milioni di persone vedranno questo volto e lo assoceranno a Gesù. È una responsabilità che mi toglie il sonno, ma mi riempie anche di pace perché so che non sono io a farlo – è Lui attraverso di me.”

L’impatto personale

Roumie ha testimoniato pubblicamente come il ruolo abbia trasformato la sua vita spirituale. Ha raccontato di aver sviluppato un rapporto ancora più intimo con Cristo, di aver compreso in modo nuovo i Vangeli e di sentire la presenza di Dio in modo tangibile durante le riprese.

“Ci sono momenti sul set,” ha raccontato commosso, “in cui sto recitando una parabola o una guarigione, e all’improvviso sono io a ricevere la guarigione. Sono io a cui Gesù sta parlando attraverso quelle parole. Piango davvero in molte scene perché sono sopraffatto dalla grazia.”

L’umiltà dell’attore

“Io sono solo lo strumento,” ripete in ogni intervista. “Sono i cinque pani e due pesci che Dio sta moltiplicando. Quando la serie finirà, spero che la gente non ricordi Jonathan Roumie, ma che ricordi Gesù.”

Usa la sua notorietà per opere di carità e evangelizzazione, partecipando gratuitamente a eventi religiosi in tutto il mondo e incontrando fan che gli raccontano come la serie abbia cambiato la loro vita. “Ricevo migliaia di messaggi di persone che sono tornate alla fede o si sono convertite guardando The Chosen,” ha detto. “In quei momenti, mi inginocchio e ringrazio Dio per avermi permesso di essere parte di questo miracolo.”

La dimensione ecumenica

Roumie, pur essendo cattolico devoto, abbraccia pienamente la visione ecumenica di The Chosen. Ha stretto amicizie profonde con membri del cast di diverse denominazioni cristiane e vede il progetto come un ponte tra le chiese. “Gesù non è venuto per dividere,” ha affermato. “È venuto per unire. Se questa serie aiuta cattolici, protestanti, ortodossi ed evangelici a pregare insieme e ad amarsi di più, allora stiamo facendo il lavoro di Cristo.”

Fenomeni Spirituali Durante le Riprese

Uno degli aspetti più straordinari e meno conosciuti di The Chosen riguarda i numerosi eventi di natura spirituale che hanno accompagnato le riprese. Cast, troupe e persino visitatori del set hanno testimoniato esperienze che vanno oltre la normale produzione cinematografica.

Guarigioni e conversioni sul set

Dallas Jenkins ha raccontato in diverse occasioni di guarigioni fisiche ed emotive avvenute durante le riprese. Membri della troupe affetti da dolori cronici hanno riferito di essere stati guariti dopo aver pregato sul set o dopo aver partecipato alle scene delle guarigioni. “Non sto dicendo che il set sia un luogo sacro,” ha precisato Jenkins, “ma sto dicendo che quando racconti la storia di Gesù con riverenza e fede, Lui si presenta.”

Atmosfera di preghiera costante

Sul set di The Chosen si è instaurata una pratica unica nel mondo del cinema: ogni giornata di riprese inizia e termina con una preghiera collettiva. Attori di diverse confessioni cristiane – cattolici, evangelici, ortodossi – pregano insieme, spesso tenendosi per mano in cerchio. Questa pratica, voluta da Jenkins fin dalla prima stagione, ha creato un’atmosfera che molti descrivono come “diversa da qualsiasi altro set”.

Elizabeth Tabish (Maria Maddalena) ha raccontato: “Non ho mai lavorato in un ambiente dove la preghiera fosse così naturale e continua. Tra una scena e l’altra, trovi persone che pregano negli angoli, che leggono la Bibbia, che condividono testimonianze di fede. È come essere in un ritiro spirituale che dura mesi.”

La “stanza della preghiera”

Durante le riprese della seconda stagione, il cast ha istituito una “stanza della preghiera” permanente sul set – una tenda dove chiunque potesse ritirarsi per pregare, meditare o semplicemente stare in silenzio. In questa stanza sono state lasciate Bibbie, rosari, icone e altri oggetti devozionali di diverse tradizioni cristiane.

Noah James (Andrea) ha testimoniato: “Quella tenda è diventata il cuore spirituale del nostro set. Ci sono stati momenti in cui, prima di scene particolarmente intense, l’intera troupe si è riunita lì per pregare insieme. Ho visto cattolici pregare il rosario insieme a battisti, ortodossi venerare icone mentre pentecostali imponevano le mani. Era il Regno di Dio in miniatura.”

Testimonianze di visitatori del set

Anche visitatori occasionali del set hanno riportato esperienze spirituali. Un giornalista scettico, inviato a fare un reportage critico sulla serie, ha confessato di essere “uscito dal set diverso da come era entrato”, descrivendo un’atmosfera di pace che lo ha profondamente turbato in senso positivo.

Un vescovo cattolico in visita al set ha dichiarato: “Ho visitato molti luoghi sacri nel mondo – santuari, basiliche, monasteri. Sul set di The Chosen ho sentito la stessa presenza che si percepisce in quei luoghi. Non è il set in sé, ma le persone che lo abitano e quello che stanno facendo. Stanno evangelizzando attraverso l’arte, e Dio benedice il loro lavoro.”

La spiegazione di Jenkins

Dallas Jenkins, pur riconoscendo tutti questi fenomeni, mantiene un atteggiamento cauto e umile: “Non voglio fare sensazionalismo su queste cose. Ma sarebbe disonesto negare che stanno accadendo. La mia unica spiegazione è che quando ti avvicini a raccontare la storia di Gesù con fede, umiltà e reverenza, Lui onora quel tentativo. Non siamo noi a fare miracoli – è Lui che sceglie di manifestarsi attraverso questa storia che stiamo raccontando.”

E aggiunge: “I veri miracoli non sono le luci strane o le coincidenze inspiegabili. I veri miracoli sono le vite trasformate, i cuori guariti, le famiglie riconciliate, le persone che tornano a Dio. Quelli sono i segni che questo progetto non è nostro – è Suo.”

Recensioni e Accoglienza

Il pubblico ha accolto The Chosen con entusiasmo travolgente. Su piattaforme come Rotten Tomatoes, la serie mantiene punteggi altissimi tra gli spettatori, con valutazioni che superano regolarmente il 95%.

La critica si è mostrata più cauta ma generalmente positiva, riconoscendo la qualità della produzione, delle interpretazioni e della scrittura, pur mantenendo una certa distanza critica verso contenuti apertamente religiosi.

Conclusione

The Chosen non è solo una serie TV: è un movimento culturale che ha dimostrato come la fede possa ancora ispirare arte di qualità nell’era digitale. Ha reso Gesù e i suoi discepoli nuovamente “umani” senza sminuirne la divinità, permettendo a milioni di persone di vedere se stesse in quegli antichi pescatori, esattori delle tasse e donne dimenticate dalla società.