L’ARCIVESCOVO AI CATECHISTI (Assemblea dei Catechisti – Inaugurazione Anno Pastorale).

Sabato 20 abbiamo vissuto l’assemblea diocesana dei catechisti che quest’anno ha avuto un significato particolare perché è stata pensata come un evento giubilare, un pellegrinaggio dei catechisti alla Cattedrale. I catechisti presenti erano un po’ più di 300. Il nostro Vescovo ci ha guidati nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nella rinnovazione delle promesse battesimali. Per tutti i catechisti sono state importanti le parole del Vescovo di cui riporto alcuni punti fondamentali; il discorso completo si può trovare nel video proposto sul sito dell’ufficio catechistico.

  • L’Arcivescovo ci ha proposto una meditazione a partire da alcuni passi della Seconda lettera ai corinzi che possiamo sintetizzare nelle famose parole di Paolo: “ Ti basta la mia grazia. La forza si manifesta nella debolezza”.

Anche nell’opera di evangelizzazione possiamo sentirci deboli, stanchi, a volte senza grandi spinte o speranza. Spesso non otteniamo i successi sperati. A volte ci sembra di non essere all’altezza e di continuare a sbagliare e a non dare una testimonianza efficace. Eppure il Signore ricorda a Paolo che non sono le medaglie o le vittorie che hanno fatto sì che fosse stato scelto come apostolo. Tutt’altro. Proprio per la sua debolezza poteva diventare vero strumento della “grazia” di Dio. Le nostre glorie offuscano spesso l’opera di Dio che per manifestarsi deve sì avere strumenti ma umili, poveri, obbedienti, generosi. Quel “mistero di morte” che sperimentiamo nella nostra quotidianità e nella vita della Chiesa può diventare occasione e spazio per ospitare la luce e la potenza di Dio. Non ci devono dunque   meravigliare le nostre debolezze ecclesiali, il fatto che siamo a volte in pochi, che non possiamo fare marce trionfali con folle sterminate alzando la bandiera di Gesù: non è così che opera il Signore, non è così che ha agito nei Santi e nemmeno nella grande impresa della Redenzione. Abbiamo un “tesoro in vasi di creta”, un grande tesoro dato dalla fede, dalla nostra figliolanza divina, dai Sacramenti, dalla Chiesa eppure a volte ci soffermiamo sul vaso, sulle sue crepe, sulla sua fragilità. Il tesoro si lascia trasportare in un vaso di creta e non diminuisce il suo valore e la sua forza. È in questo tesoro che troviamo quella fede che affascina e non nella perfezione o splendore del vaso. Siamo poveri vasi rotti che devono sempre gioire di gratitudine per le perle preziose che ci sono state affidate.

  • Poi l’Arcivescovo ha parlato degli Orientamenti “Un Primo Passo” ricordando che insieme alla Lettera pastorale costituiscono uno dei due fari del nostro cammino. Ha sottolineato l’importanza e il dovere per ogni parrocchia e per ogni catechista di avere presenti questi testi: ha evidenziato con decisione quanto detto sopra a proposito dell’incontro del 17/9 e cioè che non è più possibile pensare di avere un proprio percorso parrocchiale parallelo a quello della diocesi. Insomma, il nostro Vescovo ci ha incoraggiato ad andare avanti sulla strada che stiamo percorrendo anche presentando lui stesso alcuni dei prossimi incontri organizzati dall’ufficio catechistico e raccomandando di non perderli.

 

  • Come ulteriore sostegno ai nostri “orientamenti” ha citato le parole che Papa Leone ha rivolto la settimana scorsa alla sua diocesi di Roma:

“ Quanto si è fatto in questi anni è prezioso, ma vi sono alcuni obiettivi da perseguire con stile sinodale sui quali vorrei soffermarmi. Il primo che vi suggerisco è la cura del rapporto tra iniziazione cristiana ed evangelizzazione, tenendo presente che la richiesta dei Sacramenti sta diventando un’opzione sempre meno praticata. Iniziare alla vita cristiana è un processo che deve integrare l’esistenza nei suoi vari aspetti, abilitare gradualmente alla relazione con il Signore Gesù, rendere le persone confidenti nell’ascolto della Parola, desiderose di vivere la preghiera e di operare nella carità. Occorre sperimentare, se necessario, strumenti e linguaggi nuovi, coinvolgendo nel cammino le famiglie e cercando di superare un’impostazione scolastica della catechesi. In questa prospettiva, occorre curare con delicatezza e attenzione coloro che esprimono il desiderio del Battesimo in età adolescenziale e adulta”

“Poiché poi le famiglie faticano a trasmettere la fede e potrebbero essere tentate di sottrarsi a tale compito, dobbiamo cercare di affiancarci senza sostituirci ad esse, facendoci compagni di cammino e offrendo strumenti per la ricerca di Dio. Si tratta – dobbiamo dirlo onestamente – di una pastorale che non ripete le cose di sempre, ma offre un nuovo apprendistato; una pastorale che diventa come una scuola capace di introdurre alla vita cristiana, di accompagnare le fasi della vita, di tessere relazioni umane significative e, così, di incidere anche nel tessuto sociale specialmente a servizio dei più poveri e dei più deboli. Infine – un terzo obiettivo – vorrei raccomandarvi la formazione a tutti i livelli. Viviamo un’emergenza formativa e non dobbiamo illuderci che basti portare avanti qualche attività tradizionale per mantenere vitali le nostre comunità cristiane. Esse devono diventare generative: essere grembo che inizia alla fede e cuore che cerca coloro che l’hanno abbandonata. Nelle parrocchie c’è bisogno di formazione e, laddove non ci fossero, sarebbe importante inserire percorsi biblici e liturgici, senza tralasciare le questioni che intercettano le passioni delle nuove generazioni ma che interessano tutti noi: la giustizia sociale, la pace, il complesso fenomeno migratorio, la cura del creato, il buon esercizio della cittadinanza, il rispetto nella vita di coppia, la sofferenza mentale e le dipendenze, e tante altre sfide. Non possiamo di certo essere specialisti in tutto, ma dobbiamo riflettere su questi temi, magari mettendoci in ascolto delle tante competenze che la nostra città può offrire. Tutto questo, mi raccomando, dev’essere pensato e fatto insieme, in modo sinodale, come popolo di Dio che non smette, con la guida dei pastori, di attendere e sperare che al banchetto preparato dal Signore, secondo la visione del profeta Isaia (cfr 25,6-10), possano, un giorno, sedersi veramente tutti.”

  • Alla fine dell’incontro sono stati ricordati i Santi Genovesi proprio nell’ottica di ricordare a tutti che è la santità nostra la chiave principale per poter rendere vero ed efficace il nostro annuncio.
  • Al termine si sono ricordati alcuni appuntamenti e alcune novità dell’anno: tra queste la stesura di nuove linee diocesane per il catecumenato degli adulti, l’itinerario delle parrocchie esploratrici, i 5 sabati di formazione diocesana, gli altri incontri di inizio anno, incontri dei catechisti nelle 7 zone della diocesi. Avremo modo di sviluppare questi temi nelle prossime settimane. Comunque potrete trovare tutto sul sito dell’ufficio catechistico diocesano.

don Matteo Firpo

IL VIDEO DELLA CATECHESI DELL’ARCIVESCOVO

PER NOI IMPORTANTE ANCHE IL DISCORSO CHE L’ARCIVESCOVO HA FATTO DURANTE L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO PASTORALE: