Mons. Erio Castellucci al primo incontro: «La pace di Gesù nella logica della Pasqua» – IL VIDEO, LE FOTO, IL TESTO

“Gesù: il Figlio di Dio si è fatto veramente uno di noi” è stato il tema trattato dal primo relatore della scuola, Mons. Erio Castellucci, Vescovo di Modena-Nonantola e Carpi e già presidente del Comitato nazionale del Cammino Sinodale.

La mattinata di sabato 22 novembre è incominciata con l’introduzione dell’Arcivescovo, dedicata al capitolo 20 degli Atti: nella sua meditazione padre Marco ha ribadito l’importanza del servizio umile, “tra le lacrime e le prove”, senza mai tirarsi indietro e soprattutto rimanendo disponibili ad accogliere quello che lo Spirito Santo indicherà.

Mons. Erio ha invitato a riflettere sulla svolta impressa dal Concilio di Nicea, di cui quest’anno si è celebrato l’anniversario: un momento importante per la storia della Chiesa, che ha sancito la natura divina di Gesù, fatto “della stessa sostanza del Padre”. Posta questa pietra miliare, ha detto il vescovo di Modena, si può affermare che Gesù è la pace in persona.

Ma quale pace porta Gesù?

Non la pace del divano, che è fatta di comodità e disinteresse e che conduce a quella che Papa Francesco ha chiamato “globalizzazione dell’indifferenza”.

Non la pace del dittatore, la “pax romana” dove non è ammesso il dissenso.

Non la pace del cimitero, fatta di mancanza di vita e deserto.

Gesù non porta la pace nello stile del mondo – ha affermato Mons. Erio. Gesù non porta una pace che è contro l’impegno, contro la libertà e contro la vita.

«Dopo la risurrezione, Gesù saluta i suoi portando la pace e mostrando le proprie ferite», ha detto Mons. Erio. Questo indica che la pace ha la stessa logica della Pasqua, quella dell’impegno e del sacrificio.

«I miracoli che compie Gesù sono un segno, non sono una facile soluzione alla fame, alla sete, alla malattia, ma l’inizio di uno stile nuovo che Dio affida alla Chiesa. Se vogliamo essere operatori di pace come Gesù dobbiamo passare attraverso le ferite di chi incontriamo». Per questo, è il peccato di omissione quello più grande, perché apre all’indifferenza mentre la pace di Dio è fatta di impegno, di libertà e di vita.

In questa logica, il regno di Dio si vede guardando verso il basso, nei piccoli germogli, nella semina della Parola. Non è più il tempo delle grandi messi, ma della raccolta delle spighe rimaste, nella consapevolezza che lo Spirito continua a soffiare.

LE FOTO DALLE SEDI

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI MONS. ERIO CASTELLUCCI

IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI MONS. ERIO CASTELLUCCI