In queste ore, Caritas Diocesana di Genova sta predisponendo l’acquisto di beni alimentari indicati da Music for Peace e CALP – farina, riso, pasta, zucchero, biscotti, pelati e legumi, miele o marmellata, tonno – da caricare sulle imbarcazioni in partenza per Gaza dal porto di Genova sabato 30 agosto, nel quadro della Mobilitazione Generale per la Striscia di Gaza a sostegno della Global Sumud Flotilla. Come noto, l’obiettivo è giungere entro venerdì 29 agosto a 45 tonnellate di beni raccolti.
Inoltre, in occasione della fiaccolata di sabato 30 agosto a conclusione della raccolta cittadina, don Gianni Grondona, vicario episcopale per la sinodalità e la comunione ecclesiale, impartirà la benedizione alle imbarcazioni in partenza dal porto di Genova per unirsi ad altre imbarcazioni che, tra il 31 agosto e il 4 settembre, salperanno in due ondate da Barcellona, dalla Sicilia e dalla Tunisia, alla volta di Gaza.
«La nostra Diocesi – commenta don Andrea Parodi, vicario episcopale per la carità – offre il proprio contributo alla mobilitazione generale per Gaza e al tentativo della Global Sumud Flotilla di portare aiuto concreto alla popolazione stremata dalla guerra, dalla devastazione, dalla fame. È un’azione che sta coinvolgendo ampi settori della società civile e tutta la comunità ecclesiale per dare soccorso materiale ma anche per affermare l’urgenza di convertire i cuori e di porre fine alla devastazione del popolo palestinese e al dolore degli ostaggi israeliani e delle loro famiglie».
In una dichiarazione congiunta diffusa oggi, 26 agosto, il Patriarcato Greco Ortodosso di Gerusalemme e il Patriarcato Latino di Gerusalemme ci ricordano che «non può esserci futuro basato sulla prigionia, lo sfollamento dei palestinesi o la vendetta. (…) Non è questa la giusta via. Non vi è alcuna ragione che giustifichi lo sfollamento deliberato e forzato di civili (e) non vi è alcuna ragione che giustifichi tenere dei civili prigionieri o ostaggi in condizioni drammatiche. È ora che le famiglie di tutte le parti in causa, che hanno sofferto a lungo, possano avviare percorsi di guarigione. Con uguale urgenza, facciamo appello alla comunità internazionale affinché agisca per porre fine a questa guerra insensata e distruttiva, e affinché le persone scomparse e gli ostaggi israeliani possano tornare a casa».